Ogni giorno gli organi di stampa non mancano mai di raccontarci quanto politici, industriali ed editorialisti siano preoccupati della situazione di emergenza in cui versa il paese: disoccupazione al 13%, quella giovanile oltre il 40%, crollo dei redditi medio-bassi, perdita di potere d’acquisto delle famiglie… Situazioni drammatiche che obbligano a risposte urgenti che siano in grado di fronteggiarle: per la borghesia è in gioco il mantenimento della pace sociale e la tenuta dell’economia nazionale. Come? Leggi tutto “La lotta dei facchini IKEA è la lotta di tutte e tutti!”
16 OTTOBRE TORNA LA CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO NEL GIORNO DELLO SCIOPERO NAZIONALE
A Roma il 16 Ottobre Sciopero nazionale della Logistica ha rappresentato una straordinario giornata d’incontro tra le istanze dei lavoratori della Logistica e degli altri sfruttati della Metropoli. Lo sciopero era convocato per un contratto nazionale migliore, dal punto di vista del salario e delle garanzie; un contratto che risponda in avanti ai tentativi di ristrutturazione del settore che Confetra e sindacati confederali si sono messi in testa di attuare per rispondere alla conflittualità dei facchini e dei corrieri organizzatisi nel Si Cobas. A queste rivendicazioni si sono però aggiunte quelle degli occupanti di casa, anch’essi colpiti nella loro battaglia contro la Rendita e per una Città Giusta dalla repressione del Governo che tramite l’art.5 del decreto Lupi vuole togliergli il diritto alla residenza in occupazione.
Dopo la mattinata che ha visto un partecipatissimo Corteo nell’area della Tiburtina una nutrita delegazione di manifestanti si è spostata di fronte al negozio IKEA di Anagnina, da sempre “bersaglio” romano della Campagna “Smonta Ikea” per la riassunzione dei 24 facchini licenziati a Piacenza dalla cooperativa S. Martino, per conto della multinazionale svedese dell’arredamento. Oltre all’Assemblea di sostegno alle lotte della Logistica hanno partecipato anche le occupazioni abitative del territorio. Dopo un pomeriggio di volantinaggio in cui i/le militanti hanno comunicato con i clienti sul piazzale, ci siamo spinti in un corteo interno che ha portato tra le facce stralunate di addetti alla sicurezza e la solidarietà di molti commessi e famiglie gli slogan della nostra campagna, urlando che torneremo fino a quando il colosso dell’Arredamento non tornerà sui suoi passi riassumendo i lavoratori licenziati come già fatto da Granarolo.
Il corteo ha comunicato dentro il negozio la vicenda dei 24 facchini spiegando cosa significano veramente gli investimenti esteri nel nostro paese, quali violazioni contrattuali e quanto sfruttamento nascondessero le merci esposte nel magazzino
Il 16 Ottobre abbiamo ribadito in questa maniera che questa multinazionale che lascia i suoi negozi come Cattedrali intorno a periferie senza servizi mentre crede impunemente di poter calpestare i lavoratori che alzano la testa, rappresenta meglio di ogni altra vicenda la faccia del Capitalismo, patinato nei cataloghi e feroce contro il lavoro.
Piacenza: in 1000 con i facchini Ikea e per il rilancio della lotta!
In un sabato pomeriggio caldo e soleggiato oltre mille manifestanti hanno percorso le principali vie del centro di Piacenza. Un corteo forte e determinato, quello organizzato dai Si.Cobas, ha ribadito la solidarietà e il sostegno ai facchini in lotta, ora licenziati, che lavoravano presso l’Hub piacentino dell’Ikea sotto la cooperativa San Martino. Leggi tutto “Piacenza: in 1000 con i facchini Ikea e per il rilancio della lotta!”
Vinciamo IKEA! 13/09 Manifestazione per il reintegro dei 24 facchini a Piacenza
Sabato 6 settembre è stata una nuova giornata di lotta davanti a molti negozi IKEA in tutt’Italia, e anche nei prossimi giorni continueranno le azioni di solidarietà con i 24 lavoratori licenziati da IKEA, in particolare sabato 13 settembre con una grande manifestazione proprio a Piacenza.
Quella che poteva essere una storia di ordinario sopruso padronale si è trasformata in una lotta che strappa la maschera alle imprese che più fanno a gara per mostrarsi democratiche. Dalle cooperative ad IKEA: i colori della sostenibilità e dell’attenzione alle esigenze umane si vanno scrostando ed emergono le condizioni di duro sfruttamento e i soprusi quotidiani con cui fanno crescere i loro profitti.
Non è il tempo di mollare… e non molliamo!
Sosteniamo la lotta dei facchini, esigiamo il reintegro dei 24 di Piacenza!
Sabato 13 h 15:30 – Giardini Margherita (Piacenza)
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Un’altra giornata di grande mobilitazione nazionale!
Una brutta estate per la multinazionale svedese che, dopo il duro colpo ricevuto lo scorso 14 agosto a causa del prolungato blocco dei camion avvenuto nello stabilimento di Piacenza, oggi si è svegliata a Torino accolta da numerose scritte che ricordavano che dietro i bassi prezzi dei suoi mobili c’è un enorme sistema di sfruttamento intensivo di lavoratori pagati con salari da fame assunti tramite cooperative spesso di stampo mafioso. Leggi tutto “Un’altra giornata di grande mobilitazione nazionale!”
Ancora aggressioni a chi resiste a Piacenza! Ma la lotta va avanti…
Mentre la lotta prosegue e porta i licenziati politici dell’IKEA di Piacenza al picchetto (vincente!) dei licenziati politici della DiElle di Milano, si è consumato ieri un grave episodio di intimidazione mafiosa ai danni di uno dei 24 facchini licenziati: incendio doloso nel cortile dell’abitazione che ha bruciato il muro esterno della casa!
Al loro terrore continueremo ad opporre solidarietà.
Qui di seguito il comunicato del SiCobas:
NON SARANNO LE INTIMIDAZIONI A FERMARE LA LOTTA DEGLI OPERAI
Da qualche tempo la lotta dei licenziati politici all’Ikea di Piacenza deve fare i conti con le intimidazioni di qualche provocatore, chissà se al soldo di qualcuno (?!).
Dopo l’aggressione squadrista avvenuta il 25 giugno contro il presidio permanente davanti al deposito IKEA da parte di alcuni ceffi armati di taglierino, verso i quali è stata sporta regolare denuncia, si sono susseguite azioni intimidatorie a danno di alcuni licenziati.
Sconosciuti che suonano ai citofoni e bussano alla porta quando il lavoratore non è in casa e, senza identificarsi o lasciare un loro recapito, dicono ai familiari che ripasseranno; bulloni delle ruote allentati ad un’automobile di un delegato nell’intento di provocare un incidente stradale; pedinamenti frequenti e … soltanto ieri, un nuovo avvertimento in stile mafioso attraverso l’incendio doloso, nel cortile dell’abitazione di un licenziato, del motore dell’automobile che aveva acquistato per sostituirlo.
Il ricorso agli avvertimenti, alle intimidazioni e alle aggressioni di stampo mafioso, contro i lavoratori, i protagonisti delle lotte e gli attivisti sindacali non è una novità. Non sono le prime e non saranno le ultime perché sono parte integrante di una battaglia e di uno scontro che, quando si alza, porta qualche zelante servitore di mestiere ad entrare in scena.
Mentre la cooperativa San Martino ha cercato in tutti i modi di evitare di andare in tribunale proponendo una buona uscita a tutti i licenziati (nell’intento di smobilitare il presidio permanente e chiudere la partita) e ha modificato il suo regolamento interno inasprendo pesantemente la parte disciplinare a monito per tutti i suoi “soci”-dipendenti, ai quali richiede “gentilmente” di sottoscriverlo; mentre la questura continua a dispensare denunce e fogli di via, mentre i professionisti della politica bi-partisan invocano la linea della fermezza e la repressione verso gli operai insubordinati, qualificandoli come facinorosi … le mani di qualche squallido personaggio si mettono all’opera per intimorire i licenziati e le loro famiglie che si trovano in difficoltà economica.
Così come in altre occasioni, la risposta del Sindacato Intercategoriale Cobas non si limiterà a denunciare l’accaduto per rendere di dominio pubblico il torto subito ma sarà quello dell’inasprimento della lotta, fuori da qualsiasi inconcludente vittimismo, non lasciando solo nessuno dei nostri compagni.
Come sempre SE TOCCANO UNO, TOCCANO TUTTI e l’unica risposta che seguirà sarà il rilancio della battaglia e della resistenza all’Ikea come alla Dielle, al Carrrefour come alla Granarolo ….. ricercando l’unità di lotta e la solidarietà sempre più estesa dei lavoratori oltre le sigle, le specificità, le nazionalità.
TUTTI UNITI, SIAMO UNITI!
Sindacato Intercategoriale Cobas
20 agosto 2014
Ancora blocchi a Piacenza!
Giovedì 14 Agosto è stato un altro importante momento di lotta davanti all’immenso magazzino centrale dell’Ikea di Piacenza. Un magazzino che, ricordiamo, rappresenta il deposito delle merci che l’azienda rivende nei negozi di tutta l’Europa meridionale ed in cui a Maggio di quest’anno sono stati licenziati 24 facchini, tutti delegati SiCobas, grazie ad un pretesto che ha permesso all’azienda di liberarsi dei principali protagonisti di importanti conquiste sindacali negli ultimi anni. Da tre mesi quindi si susseguono presidi, picchetti, manifestazioni ed iniziative di solidarietà a Piacenza ed in tutta Italia, culminate nella giornata nazionale di solidarietà del 26 Luglio.
La giornata di Giovedi 14 è stata il naturale complemento di quella nazionale. Se quest’ultima era riuscita, infatti, a rendere il più possibile nota questa storia di sfruttamento e dispotismo padronale, contrastando l’immagine di azienda pulita e democratica di cui si ammanta l’Ikea e aiutando i facchini licenziati a uscire dall’isolamento e dall’invisibilità cui questa vorrebbe condannarli, la forza e il sostegno accumulati hanno permesso di rilanciare la lotta sul campo e tornare a incidere su ciò che più preme alla multinazionale svedese: il profitto.
Grazie ad una presenza massiccia (circa 200 persone), si è infatti riuscito a bloccare al transito dei camion i numerosi ingressi dello stabilimento dalle 5 del mattino fino alle 14. Un colpo significativo per l’azienda, che ha dovuto per questo far saltare il turno di lavoro pomeridiano, e questo proprio alla vigilia del weekend di ferragosto.
A decretare il successo della giornata di lotta è stata innanzitutto la capacità organizzativa dei lavoratori del SiCobas, in grado di cogliere di sorpresa azienda e forze dell’ordine, che si sono presentate tardi e prive dei numeri necessari a sgomberare il blocco dei manifestanti. Fondamentale è stato l’apporto degli altri lavoratori e lavoratrici iscritti al SiCobas, in primis i determinati e numerosi facchini della vicina TNT, ma a giungere sono stati anche i lavoratori della Dielle di Milano anch’essi licenziati per uno sciopero, le facchine della YOOX di Bologna colpite di recente dalla ritorsione aziendale e tanti altri lavoratori a cui si sono aggiunti compagni e compagne di Piacenza, Modena e Padova. Importante è stata anche la solidarietà ‘passiva’ dei camionisti, che per quanto esasperati dalla situazione hanno sin da subito accettato i blocchi senza provocare né provare a forzarli, capendo bene che la causa del loro male non erano di certo i lavoratori in lotta, ma chi li costringere a ricorrere a mezzi estremi.
Ancora una volta si è riuscito inoltre a rendere nota questa vertenza, facendo uscire la notizia non solo sui giornali locali, ma anche su quelli nazionali, conquistandosi ancora una volta per qualche ora la homepage di Repubblica.it che ha dato la solita versione distorta dei fatti, anche se meno filo-aziendale del solito.
La controparte intanto nega qualsiasi forma di dialogo e discussione: ancora una volta a mediare c’erano solo i dirigenti della Digos e della polizia, protagonisti d’inutili prediche proprio sull’importanza del dialogo (sic!) e sul rispetto della legalità, dopo anni in cui l’azienda e la cooperativa sono state libere di aggirare le norme in tutela dei lavoratori, compiere truffe sulle buste paga e mentre proseguono indisturbate le intimidazioni mafiose ai danni dei funzionari sindacali e dei lavoratori iscritti (come quelle accadute di recente a lavoratori TNT e Ikea, che si sono ritrovati con i bulloni delle ruote della macchina allentati, rischiando così di fare pericolosi incidenti). Nonostante questo, cominciano a emergere alcune faglie nel comunque molto compatto “partito Ikea”, come dimostrano le parole di uno dei massimi dirigenti della cooperativa San Martino che, presente davanti al presidio, è arrivato a sostenere in alcune chiacchiere informali che l’azienda svedese (cui rimpallava la responsabilità della situazione, mentre essa invece si copre proprio dietro la cooperativa in un continuo gioco delle parti) sarà costretta a cedere se continuano blocchi del genere. La politica locale invece persevera nella linea di totale intransigenza nei confronti delle istanze dei facchini, linea trasversale all’intero arco politico che addirittura invoca un intervento ancor più duro da parte delle forze dell’ordine. Ancora una volta la loro retorica, ripetuta tra l’altro apappagallo nei commenti razzisti che imperversano in alcuni articoli della stampa locale, vorrebbe ribaltare le parti: ‘delinquenti’ e ‘violenti’ (finanche mafiosi!) sarebbero quei lavoratori che si oppongono come possono ad un sistema articolato di vessazioni, minacce ed aggressioni dentro e fuori l’azienda; un sistema tutto al servizio del profitto di chi usa e sfrutta le persone per il proprio guadagno, per poi accusare di ‘strumentalizzazione’ (sic) chi dà il proprio sostegno solidale quando queste alzano la testa per guadagnarsi libertà e dignità.
L’azienda persevera così nella sua versione per cui “provvedimenti disciplinari nei confronti di alcuni soci lavoratori della Cooperativa San Martino si inquadrano in un quadro di legalità e di sicurezza e nulla hanno a che vedere con i diritti dei lavoratori, che sono totalmente garantiti”, nonostante l’inoppugnabile smentita di questa tesi fornita dalla ricostruzione della vicenda prodotta dal Si Cobas. Se alcuni diritti sono rispettati nello stabilimento piacentino, è proprio in virtù delle battaglie che l’Ikea sta provando a punire esemplarmente con questi stessi provvedimenti, che guarda caso, colpiscono “l’intera struttura dei delegati SI.COBAS e i lavoratori sindacalmente più attivi nel Deposito”. Spera così di tutelare il clima di terrore con cui dissuade i colleghi solidali (che sono tanti!) che lavorano nell’impianto a partecipare ai picchetti, clima rafforzato dagli sgomberi violenti della polizia che liberano lo spazio per giungere a lavoro a chi “vuole” (sic) farlo.
Il blocco che unisce istituzioni, cooperativa, sindacati compiacenti e la multinazionale svedese, vorrebbe quindi ridurre l’intera questione a un problema di ordine pubblico: al massimo si può sperare di risolvere la vertenza con i tempi biblici dei tribunali ma tutti gli altri strumenti che i lavoratori hanno per difendere i propri interessi sono da considerarsi illegittimi. D’altronde i padroni possono sempre mascherarsi e fare leva sulla violenza impersonale della crisi e della disoccupazione, che apparentemente rende così preziosi i loro investimenti, per imporre le loro leggi e costringerci alla guerra tra poveri. Noi per fare guerra a questa guerra dobbiamo invece metterci il nostro corpo e la nostra faccia, siamo identificabili e per questo identificati, aggrediti, denunciati e variamente colpiti dalla repressione (ad esempio attraverso l’uso del ‘foglio di via’, che già ha allontanato da Piacenza numerosi compagni e compagne di Bologna ed il dirigente SiCobas, Aldo Milani).
Per questo è importante dare tutto il sostegno e la solidarietà possibile a questa lotta, che la lotta di tutti noi: la lotta contro condizioni di lavoro sempre più al ribasso imposte dal ricatto della ‘competitività’, la lotta contro licenziamenti discriminatori volti a togliere ogni freno al dispotismo padronale. Una questione, questa, particolarmente importante in un periodo in cui si discute ancora una volta di eliminare l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (a cui si è appunto appellato il SiCobas nel suo ricorso al tribunale sulla vicenda Ikea, nonostante le difficoltà di farlo applicare a chi figura socio di una cooperativa) e che svela la vera natura della posta in palio: se vogliono ridurci a mera merce liberamente scambiabile e ‘scaricabile’ è per lasciarci alla totale mercé dei padroni, e viceversa lasciare liberi i padroni di usarci a loro piacimento significa ridurci a merci e non più a persone.
Sostenendo la coraggiosa lotta di questi 24 lavoratori aiutiamo quindi noi stessi.
Per farlo, partecipa alla giornata di sostegno davanti ad i negozi Ikea di tutta Italia Sabato 23 Agosto indetta dal SiCobas!
Manda inoltre un messaggio su Twitter a Ikea chiedendo il reintegro dei lavoratori licenziati usando le hashtag #buon_giornoperche, #ikea, #catalogoIKEA
Segui tutti gli aggiornamenti su https://www.facebook.com/smontaikea
26 Luglio Presidi in tutta Italia!
Se toccano uno, toccano tutti!
Momenti di verità nella società dello spettacolo: le lotte dei facchini fanno irruzione su Blob!
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