In un sabato pomeriggio caldo e soleggiato oltre mille manifestanti hanno percorso le principali vie del centro di Piacenza. Un corteo forte e determinato, quello organizzato dai Si.Cobas, ha ribadito la solidarietà e il sostegno ai facchini in lotta, ora licenziati, che lavoravano presso l’Hub piacentino dell’Ikea sotto la cooperativa San Martino. Proprio Ikea e San Martino sono stati al centro della maggiorparte degli interventi che si sono alternati agli slogan scanditi a gran voce e con rabbia da facchini, movimenti antagonisti, sindacalisti di base e pure occupanti di case, accorsi da Bologna, Modena, Cremona, Milano, Torino, Firenze, Brescia e altre città.
“Ikea Razzista” e “San Martino Mafia” si sono sentiti spesso nelle vie di un centro storico dove da tempo non si vedeva una manifestazione di questa portata, a tal punto che molti passanti si sono soffermati ad ascoltare gli interventi, che marcavano tra le altre cose la necessità di ricomporre le istanze di chi sta pagando la crisi, dagli ultimi fino alla classe media impoverita, attraverso le lotte. Lotte che solidarizzano tra loro come nel caso della logistica, capace di creare un movimento che vede davanti ai cancelli non solo gli operai interessati alle vertenze, ma pure quelli di altre aziende, nonché precari e studenti che pure ieri sono intervenuti ribadendo la loro solidarietà.
Il tutto sotto lo sguardo,a dire il vero stizzito, della controparte, con la questura piacentina – piuttosto accanita nel contrastare i picchetti all’ Ikea e, come la politica istituzionale locale, asservita agli interessi della multinazionale svedese e delle cooperative – che ha trapelato un certo nervosismo nel constatare una così alta partecipazione al corteo.
E’ stata l’occasione per il movimento della logistica non solo di stringersi a fianco ai facchini dell’Ikea, dopo mesi di campagna che hanno visto azioni di boicottaggio in tutta Italia e in altre città del globo (vedi la pagina SmontaIkea), ma di aprire l’autunno di lotta che vedrà ancora una volta centinaia di operai davanti ai cancelli. Una campagna, quella contro il colosso svedese, che ha mostrato il portato della lotta davanti ai cancelli piacentini e la capacità di innescare una solidarietà fortissima: decine di presidi e iniziative di comunicazione hanno attraversato la penisola e non solo, facendo riecheggiare quale sia il trattamento che l’Ikea e San Martino riservano ai facchini che venivano maltrattati e ricattati dapprima che alzassero la testa e facessero cambiare umore ai loro sfruttatori. La manifetazione di ieri è stata sicuramente rafforzata dal portato della campagna, chiamata ironicamente “KillBilly”. Naturale e immediata è stata anche la solidarietà con i facchini della DiElledi Cassina De Pecchi, condita dalla notizia del rilascio in mattinata dei due operai arbitrariamente arrestati venerdì a seguito delle cariche della polizia.
Forte inoltre è stato il pensiero rivolto a chi, pur non essendo facchino, ha deciso di lottare senza se e senza a fianco dei lavoratori dell’ Ikea diPiacenza: così si è sentito più volte intonare “Vincenzo libero! Libero subito!”, rivolto al compagno del Laboratorio Crash! di Bologna tuttora ai domiciliari a seguito degli scontri davanti all’ Ikea-store di Casalecchio di Reno di oltre un anno e mezzo fa.
Con il corteo di Piacenza il movimento della logistica ha ribadito la volontà di rilanciare le lotte davanti ai cancelli, ma non solo,come testimoniato dagli interventi conclusivi che hanno posto l’accento sull’importanza di attraversare e contribuire alla mobilitazione che porterà alla giornata di sciopero sociale metropolitano, dislocata nei territori, del 16 Ottobre, nella consapevolezza che generalizzare le lotte ed estenderle può avvenire solo attraverso il conflitto e la non mediabilità delle vertenze.
A sottolineare l’importanza dell’autunno ormai alle porte è intervenuto anche il segretario nazionale dei Si.Cobas Aldo Milani, pur non essendo fisicamente presente a Piacenza dato l’ inusitato foglio di via a lui comminato per ammutolire il portato della lotta contro l’Ikea. A mesi di distanza, però, e nonostante l’aggessività della controparte, il movimento continua a crescere e a ribadire “Lotta dura senza paura!”: a Piacenza, come a Cassina de Pecchi e in tutti i luoghi del ricatto e dello sfruttamento legalizzato.